Perché gli adolescenti si mettono in situazioni di pericolo?
Se siete adolescenti o siete vicini a uno di loro (figlio, nipote, alunno) vi sarete resi conto di quanto questa fase di grandi cambiamenti (fisici e psicologici) può essere complicata, strana e per certi versi misteriosa.
I cambiamenti comportamentali che si possono notare sono: la bassa capacità di riflettere sulle cose; l’impulsività; la scarsa considerazione dei pericoli cui si va incontro; la difficoltà nel prendere decisioni; la ricerca del rischio; la facilità nel fare delle “bravate” che possono anche mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri (es. incidenti d’auto, abuso di sostanze).
Perché accade tutto questo?
Alcune risposte ci provengono dalle modificazioni cerebrali.
Nel cervello dell’adolescente, infatti, accadano tante cose in un tempo relativamente breve. Le parti cerebrali coinvolte, tra l’altro, si sviluppano non in modo armonico ma seguendo tempi e ritmi differenti.
Ma cosa accade di preciso nel cervello di un adolescente?
I cambiamenti emozionali, legati alle strutture limbiche, si avviano molto precocemente.
Lo sviluppo dei circuiti neurali frontali, invece, necessari al controllo degli impulsi, alla regolazione delle emozioni e alla consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni non è ancora ultimato.
Per questo motivo l’area limbica deputata alle emozioni è molto più grande della corteccia prefrontale, che si occupa invece del ragionamento e del controllo. Questo “sbilanciamento” fa sì che l’adolescente sia più guidato dall’amigdala, cioè dalle emozioni e dagli istinti, piuttosto che dalla riflessione.
Per questo motivo tutti gli adolescenti rischiano di mettersi in pericolo?
Tutti gli adolescenti assumono maggiori rischi a causa di questo naturale “sbilanciamento”. Bisogna però considerare anche la presenza di fattori di rischio, come la “vulnerabilità”.
Alla base di questo concetto c’è una teoria, secondo la quale esiste una variabilità individuale che assieme alla maturità cerebrale può spiegare il motivo per cui alcuni adolescenti siano particolarmente a rischio nell’assumere comportamenti pericolosi o devianti.
I soggetti più a rischio sono quegli adolescenti che sin da piccoli manifestano un temperamento vulnerabile o che da bambini hanno vissuto delle esperienze negative, un’instabilità familiare o traumi precoci.
Quando avviene lo sviluppo del lobo frontale?
Lo sviluppo del lobo frontale, da un punto di vista filogenetico, distingue gli esseri umani da tutte le altre specie animali.
La piena maturità del cervello arriva dopo il 20° anno di vita.
Nei giovani adulti e negli adulti, a differenza degli adolescenti, quando si sta per compiere una scelta rischiosa, si attiva la corteccia frontale che ha il ruolo di controllore delle azioni e di prevedere le conseguenze (vedi Fig. 1).